domenica 30 gennaio 2011

La feluca

Un po' di attenzione va dedicata alla storia del più celebre simbolo della Goliardia italiana: la feluca. La feluca fa la sua comparsa a Padova nel 1892 in occasione delle Celebrazioni galileiane.

D'altro canto l'Università di Bologna nel 1888, in occasione del VIII centenario dell' Ateneo, aveva adottato un berretto a "zuccotto" per i propri studenti. Tale berretto, chiamato "orsina", fu tratto da una miniatura del XV secolo che rappresenta studenti tedeschi nell'atto di giurare sugli Statuti della Nazione Germanica di Bologna.

Sarà la scelta padovana a risultare vincente, ed il berretto di foggia trecentesca è a tutt'oggi comunemente adottato dagli Ordini Goliardici italiani.

I Goliardi di Pisa e Siena tagliano la punta della propria feluca in ricordo del sacrificio del Battaglione Universitario che a Curtatone e a Montanara costrinse gli austriaci alla battaglia. Il battaglione universitario (5.000 uomini) venne sbaragliato ma la resistenza agli austriaci, permise ai piemontesi di Carlo Alberto di vincere la battaglia di Goito.

La leggenda vuole che in quel occasione venissero tagliate le punte dei berretti per meglio prendere la mira. Si tratta, evidentemente, solo di una leggenda, la feluca compare solo nel 1892 e non c'era nel 1848. Ciò non toglie che sia una bella tradizione, forse originata da un segno di lutto.

In altri Paesi, come noto, vi sono altri e diversi berretti universitari, usati con più frequenza perché, diversamente dall'Italia, ancora adottati ufficialmente dalle Università o dalle frequentatissime associazioni studentesche.
 

I colori delle feluche a Urbino**   


Giurisprudenza


Farmacia


Scienze della Formazione (già Magistero)


Lettere e Filosofia


Economia


Scienze Motorie (già I.S.E.F.)


Lingue e Letterature Straniere


Sociaologia

Scienze Ambientali


Scienze Matematiche Fisiche e Naturali


Scienze Politiche


Accademia di Belle Arti


Istituto Superiore Industrie Artistiche (I.S.I.A.) 


note  
* L'ISEF aveva, anche a Urbino, la feluca Bianco-Rossa. Ma dalla rifondazione dell'Ordine (nel 1990) è stato adottato il colore Avio che assomigliava a quello della tuta in dotazione all'ISEF allora, quando tutti gli studenti ISEF giravano per Urbino in tuta ginnica 24 ore su 24... Ora il Duca Materasso VII ha deciso di reintrodurre la feluca bicolore.
** I Goliardi della Scuola di Giornalismo di Urbino portavano una feluca simile a quella bicolore dell'ISEF, ma i colori erano Bianco-Blu.

Di solito i colori delle feluche corrispondono ai colori che ciascuna Università ha adottato per le proprie Facoltà. A Urbino si è sempre prestata attenzione alla cosa, anche in tempi recenti con l’istituzione delle nuove facoltà. Presso l’amministrazione dell'Università di Urbino, tra gli incartamenti d'ufficio relativi ai colori delle Facoltà, è ancora conservato un appunto di Materasso II.

Si noti che storicamente i colori afferiscono alle Facoltà, non ai Corsi di laurea.
Esistono differenze nei colori delle Facoltà tra le diverse Università italiane.
  
  
     
Addobbo della feluca  
Chi osservi la feluca di un Goliarda non potrà non notare una quantità più o meno elevata di oggetti di vario genere. Noi li chiameremo ammennicoli. Tali oggetti possono essere doni di persone care, meglio se di sesso opposto, simboli di altri Ordini donati o scambiati, ricordi di imprese goliardiche o emblemi del proprio Ordine. Talune feluche hanno l'aspetto di un bazar, altre sono più spoglie. Questa differenza può derivare dal personale gusto del proprietario della feluca, ma anche da alcune regole generali che sovrintendono all'addobbamento del Goliardo.

Matricola


nessun oggetto, è permesso il cordone

Fagiolo

non più di sette oggetti, nessun pendente, è ammesso il cordone


Anziano
nessuna restrizione, salvo i privilegi di coloro che hanno più bolli


Laureando


frangia sul lato destro

Fuoricorso

coda di volpe




E' ovvio che le regole vincolano il Goliarda a non addobbare oltre quanto gli è permesso, nulla impedisce di fare l'inverso, anzi!

Tradizionalmente i Goliardi del MOT mantengono il giglio sulla feluca: un cordoncino dorato, vagamente in forma di giglio, posto sul fronte della feluca. Viene tolto, invece, l'eventuale bordino dorato. Viene tolto anche lo "scalpo", ovverosia il parasudore interno con la cerimonia della "sverginatio Felucae". A Urbino, il diritto allo scalpo del neo Goliarda è tradizionalmente prerogativa del Duca. Il Duca Bubo Tenebrosus ha introdotto la regola secondo la quale il Duca dona lo scalpo a colui che ha presentato all'Ordine il neo adepto. Si tratta di un gesto di apprezzamento nei confronti di chi si adopera per far proseliti e garantire, così, un futuro all'Ordine.

Sotto il ducato del Duca Bubo Tenebrosus, si è stabilita la regola secondo la quale la matricola porta il cordone del colore della feluca del Duca che l'ha assolta.

Il Goliarda resta libero, una volta divenuto Fagiolo, di aggiungere al colore di cui sopra altri colori (per esempio della propria Facoltà o della propria città).

Il cordone della feluca viene di solito fermato da un fermaglio scorrevole. Tale fermaglio può essere costituito da un tappo di sughero rappresentante un esame andato male. Si ritiene che il tappo debba chiudere un buco, ed il buco sarebbe il voto negativo sul libretto. Qualcuno potrebbe chiedere una verifica, quindi attenzione!


     
Sverginatio della feluca
Nel gioco rituale che è la Goliardia c'è, naturalmente, un rito anche per questo. Da qualche tempo si tiene nell' esedra sotto i Torricini. Il Duca sul "gradino", tutti gli altri sul selciato... la matricola, giustamente, in ginocchio per la maggior parte del rito. La cerimonia è pubblica, quindi è piuttosto inutile spiegarne lo svolgimento, che si concretizza in una sorta di battesimo (con vino) del berretto e della matricola stessa, e con l'asportazione del parasudore (scalpo) dalla feluca.

Al termine del rito, che si conclude con un fraterno abbraccio tra l'accolito e tutti i presenti, viene (di solito) affibbiato un nome goliardico al neofita.