mercoledì 16 febbraio 2011

Il Principe degli studenti

L'Università di Urbino è relativamente recente e non può vantare i precedenti storici favolosi della partecipazione della corporazione degli studenti al governo dell'Università.
L’ateneo urbinate sorse quando in tutte le altre università europee stavano svanendo, più o meno velocemente, gli ultimi barlumi di ciò che furono le universitas medioevali. Proprio mentre a Bologna scompariva la figura del rettore studente (l'ultima elezione è del 1632, dopo ventotto anni di vacanza) che cedette il passo al rettore professore, a Urbino si compiva un moto apparentemente inverso con la creazione della figure del Principe degli studenti. Un fatto che costituisce certamente il precedente storico della figura del Duca del Maximus Ordo Torricinorum.
   
La prima elezione del Principe degli studenti  
     
Siamo nel 1651, il Ducato di Urbino era scomparso solo vent'anni prima, incamerato dalla Santa Sede, e al suo posto era stata costituita una Legazione all’interno dello Stato della Chiesa. Lo Studio urbinate era sorto da cinquant’anni ed era stato riorganizzato solo da tre anni.
Fu proprio allora che i reggenti dello Studio decisero, “per incitare gli scolari forestieri a venire volentieri a questo nuovo Studio eretto", di concedere agli studenti forestieri una serie di privilegi, tra questi quello di eleggere un loro capo.
Naturalmente questo capo non avrebbe avuto nulla a che fare con l’antica figura del Rettore di tipo bolognese e per ribadire questo concetto, il Collegio si affrettò a stabilire che nelle cerimonie pubbliche il capo degli studenti avrebbe avuto posto dietro al Priore del Collegio. Era il 26 gennaio del 1651.

Contenti, ma non pienamente soddisfatti, gli studenti presentarono al Mensale dello Studio (cioè il rettore di turno nel mese corrente) un capitolato di richieste in otto punti che prese il nome di "Pretenzioni delli Signori scolari forestieri". Il Mensale si ritenne incompetente e passò la richiesta al Collegio che si riunì appositamente il 18 ottobre 1651.
Ecco le richieste con le risposte del Collegio.

1. "Che tutto il Corpo dello Studio, cioè la Scolaresca, possa e debba eleggersi un Capo con Nome e titolo da darsegli col beneplacito de i Signori Ecc.mi del Collegio e che questa elezione debba esser annua, con eleggere e deputare uno di quelli Scolari, che sarà per Dottorarsi nel detto anno dell’elezione, quale dovrà farsi da tutto il Corpo della Scolaresca come si è detto, e coll'intervento dell'Ill.mo Signor Gonfaloniere e Signor Mensale dello Studio."
La risposta non poteva che esser positiva vista la concessione di dieci mesi prima. Venne però aggiunto che il candidato doveva essere studente ad Urbino da almeno tre anni (anche se per la prima elezione si sarebbe potuto derogare); che il nome sarebbe dovuto essere preferibilmente quello di Primario dello Studio, ma gli studenti avrebbero potuto scegliere anche quelli di Prefetto o di Priore.

2. "Che questo capo debba ricevere la laurea del Dottorato senza esame precedente, e deposito ordinario di sportule con le solite honorevolezze servatis servandis."
Il Collegio obiettò che non era possibile conferire la laurea senza esame finale, tuttavia si esonerò il Capo degli studenti dal versare la somma usualmente dovuta ai Dottori.

3. "Che tal deposito sia obligato il Capo da eleggersi impegnare in festa, o ricreazione pubblica, o in lotto o in Palio, o altra funzione simile nel giorno di Sant’Antonio."
Questa richiesta venne accolta. Il denaro necessario per pagare la tassa di laurea poteva essere destinato all’organizzazione una festa, "il predetto Capo si pigli pure i suoi gusti et i suoi comodi...", ma a patto che l'iniziativa andasse anche a vantaggio della cittadinanza.

4. "Che si debba a detto Capo da eleggersi alzar l'Arma di sua Casa, e collocarla nelle scuole."
La richiesta non sollevò obiezioni, ma il Collegio si dichiarò incompetente per il fatto che la scuola aveva sede presso l’ex Palazzo ducale, adibito a residenza del Legato apostolico e a sede dei suoi uffici.

5. "Che debba esser scritto tra gl'altri Dottori di Collegio, come se nativo cittadino fosse della città di Urbino."
A questa richiesta fu opposto un netto rifiuto. Il Collegio dei dottori della città di Urbino, era un organismo giurisdizionale, ma non solo. Esso aveva forti connotazioni protezioniste e campaniliste, tipiche delle corporazioni d’ogni genere e d’ogni tempo.

6. "Che debba assistere a qualsivoglia Dottorato, sì nella privata, come nella pubblica attione."
Anche questa richiesta era già stata soddisfatta: il Capo poteva sedere in Collegio, senza diritto alla propina e al voto, ma non poteva partecipare alla relazione segreta sugli esami né alla votazione relativa ai punti. Il Collegio ribadì che il Capo degli studenti dovesse partecipare alle sedute di laurea con "abiti modesti" e senza armi di sorta. Il che la dice lunga sui costumi degli studenti.

7. "Che debba insieme con tutto il Corpo della Scolaresca godere e conferire l'essenzioni dell’Armi."
Su questo punto il Collegio affermò la sua assoluta incompetenza visto che si trattava di materia "alienissima dalla professione legale". La richiesta fu rimessa al Legato Pontificio con l’esplicita promessa di interessarsi perché la domanda fosse accolta.

8. "Che non debba con tutto il Corpo della Scolaresca esser molestato da Datieri tanto nell’introdurre, quanto nell'estraere le loro robbe dalla città."
Anche in questo caso il Collegio si dichiarò incompetente, pur dichiarando che avrebbe appoggiato la richiesta presso Magistrato e i Ministri Camerali del Comune.

Quali furono gli sviluppi di una tale decisione in ordine alle richieste studentesche?
E' certo che gli studenti elessero un loro Capo, ma questi assunse il nome Principe degli Studenti, disattendendo gli auspici del Collegio.

Collegio dei dottori di Urbino, diploma di laurea di Giulianus Palatius, 1610

 
 
 Le elezioni successive e la decadenza dell'istituto  
      
Pare che le elezioni del Principe degli Studenti siano avvenute per una decina d'anni, ancora il 28 novembre 1660 la Congregazione dello Studio, sollecitata dagli studenti, deliberò l’autorizzazione per l’elezione del Principe come capo degli studenti, e del Consigliere come portavoce delle istanze degli studenti innanzi ad essa.

Successivamente questa pratica venne meno per ragioni ignote, ma forse legate all’onerosità del ruolo, come in altre realtà universitarie.
In questo lungo periodo di vacanza lo Studio d'Urbino fu elevato a Università (6 aprile 1671) con gli stessi diritti delle Università di Ferrara e Bologna. Tra i vari diritti acquisiti ci furono il privilegio del foro, il diritto di portare armi e l'esenzione dai dazi: privilegi che in parte erano già stati ottenuti dagli studenti dell'ateneo urbinate, ma che ora si consolidavano come diritti propri dell'Università.

  
1689 - La nuova elezione del Principe  
     
La vacanza del Principe s’interruppe improvvisamente nel 1689. Venuti a conoscenza dell’antico loro privilegio, gli studenti chiedono l’elezione di un capo "per maggior honorevolezza e per aver chi possa in ogni occorrenza portare le loro ragioni".
Nei fatti gli studenti procedettero spontaneamente all'elezione del Principe (Sebastiano Zampiroli da Cagli), quindi chiesero la conferma dell'elezione al Collegio riunito in seduta plenaria il 28 febbraio 1689.
Nel confermare l’elezione, scusando la procedura errata per via dell'incolpevole ignoranza delle antiche procedure, il Collegio ribadì che la nuova elezione non doveva costituire un precedente e che il diritto doveva essere considerato decaduto per desuetudine.
Zampiroli si laureò entro l’anno, ma preferì pagare la tassa di laurea piuttosto che finanziare una festa dal costo incerto.

Nonostante il monito del Collegio passarono pochi mesi e il 24 novembre 1689 gli studenti tornarono a chiedere l’autorizzazione per una nuova elezione. Il permesso venne accordato, ma con la raccomandazione di rispettare la procedura, recuperata anche negli atti della Congregazione nel febbraio precedente, e con l’avvertimento che doveva intendersi un fatto eccezionale.
Sei giorni dopo, nella sala del Magistrato, alla presenza del Gonfaloniere cittadino e del Primo Rettore dell'Università, venne eletto Principe degli studenti Domenico Simone Battelli da Fossombrone e come Consigliere Simone Nicola Ambrosini da Cartoceto. Ecco il verbale dell’elezione: "Adì 30 Novembre 1689. Elezione del Prencipe de’ Signori Studenti. Alla presenza dell'Illustrissimi Signori Confaloniere e Primo Rettore dello Studio si radunarono i Signori Studenti, per far elezione del Principe nella sala del Magistrato, et venutosi alla nomina de Sugetti ser. ser. e per due terzi di palle fu ottenuto per Prencipe de Signori Studenti il Signore Domenico Simone Batelli da Fossombrone con dover servare le solite forme e godere de prerogative da me Segretario lette nel principio del Congresso, come in questi a c. 66: e dal medesimo Batelli accettata, si venne poi all'elezione del Consigliere per portare in Congregazione, ciò che possa occorrere à Signori Prencipe e Studenti, e per li due terzi fu ottenuto il Signore Simone Nicola Ambrosini da Cartoceto.
Terminata la funzione ringraziò detto Signor Prencipe con tutti li Scolari gl'Illustrissimi Signori Confaloniere, e Primo Rettore quali col solito della loro cortesia accompagnarono tutti sino alla porta della scala, e subito furono sparati mortaletti e sonato il Campanone con trombe e tamburi, e portatosi detti Signori Prencipe, e Scolari nella Metropolitana resero al Signore che il tutto era successo con soddisfazione universale, e poi dopo si portarono ad inchinarsi a monsignor Illustrissimo Arcivescovo, quale benignamente gl'accolse, mostrandone soddisfazione, con offerirsi pronto in ogni occorrenza.
Rese le grazie prima e subito terminata la funzione.
Per Tommaso Ugolini Segretario.


Poteri e privilegi studenteschi nei secoli XVII e XVIII  
     
La figura del Principe degli studenti è senza dubbio l’archetipo del capo goliardico che a Urbino ebbe il nome di Pontefice nell’Ottocento e Duca in epoca recente. Si tratta di una figura diversa e ben distinta da quella del Consigliere, rappresentante presso l'organismo di governo dell'Università. Allo stesso modo si può rintracciare nella Festa o Palio per la laurea del Principe il precedente urbinate più antico della Festa della matricola. Si tratta di momenti diversi della vita studentesca, ma certo possono entrambi ascriversi nell’ordine delle feste studentesche che dal medioevo erano chiamate festa dell’asino, festa dei folli o vesperiae.

Anche nelle universitas scholarium (come Bologna), nei secoli XVII e XVIII gli studenti avevano ormai da tempo perso ogni reale potere sul governo dello Studio. I pochi diritti rimasti erano ormai veri e propri privilegi e come tali erano percepiti da studenti in stragrande maggioranza provenienti dal ceto nobile. Tra questi privilegi vi era quello del foro, di una giurisdizione separata.
Così a Urbino, quando nei primissimi anni del '700 vennero a scontrarsi alcuni studenti con l'uso di armi, il rettore intervenne presso il podestà intimandogli di non occuparsi della questione "stante l’esser studenti di questa Illustrissima Università li coolitiganti".
Il podestà si oppose ma il Legato, chiamato a dirimere il conflitto di competenza, ribadì senza riserve il privilegio del foro per gli studenti e in generale per gli appartenenti all'Università.
Stante il carattere laico dell’ateneo urbinate, il conflitto di competenza giunse talora a contrapporre al rettore persino l’arcivescovo. Accadde quando quest’ultimo intese perseguire un giovane sacerdote trovato in possesso di un archibugio da caccia. Anche in questo caso intervenne il rettore affermando che il sacerdote era uno studente dell’università. Questa volta il Legato diede ragione all'arcivescovo sottolineando però che quest'ultimo non agiva in conseguenza di un reato, ma per rimuovere lo scandalo provocato da un ecclesiastico armato. Diversamente la competenza sarebbe spettata al Rettore.

In conclusione va ricordato che i privilegi di cui si è detto valevano solo per gli studenti forestieri, quelli urbinati soggiacevano invece al prevalente status di cittadini.
Così l'originario vantaggio d’esser cittadino (che nei secoli aveva portato i forestieri a reclamare diritti propri), veniva ad essere uno svantaggio quando i diritti acquisiti dai forestieri erano divenuti veri e propri draconiani privilegi.

Come si è detto questa situazione, più o meno esasperata, era comune a tutte le realtà universitarie, ecco quanto scriveva Giacomo Casanova a proposito dei suoi anni di studio: “... gli studenti di Padova godevano di grandi privilegi. Erano abusi diventati legali con il passare del tempo; anzi, proprio per mantenere vivi i loro privilegi, gli studenti commettevano spesso dei reati. I colpevoli non venivano puniti con severità, perché si temeva che un eccessivo rigore potesse far diminuire l'affluenza degli studenti che accorrevano a questa celebre Università da tutta Europa”.
Vicende come queste (narrate tra gli altri anche da Villon nel XV secolo) hanno caratterizzato la storia studentesca delle università dal loro sorgere fino a un'epoca non molto lontana dalla nostra.
Se per tutelare i loro diritti gli studenti medievali arrivavano ad abbandonare in massa una sede universitaria per approdare in un’altra città più accogliente (così nacquero per esempio gli atenei di Padova e di Cambridge); se a Parigi gli universitari, che erano chierici, godevano della più mite giurisdizione vescovile e di una vera e propria zona franca (il Pré-aux-Clercs)lon; ad Heidelberg il simbolo della libertà universitaria era rappresentato da Karzer, il carcere.
Pare strano, ma è stato così. Al pari di quanto scriveva Casanova, l'esistenza di un carcere universitario per gli studenti, garantiva a questi il privilegio del foro, e quindi uno status particolarissimo. Tale privilegio era sì studentesco, ma contribuiva a garantire l'autonomia dell’intera Università. Per questo in sua difesa si attivavano costantemente le autorità accademiche, rettori in testa, come abbiamo visto fare a Urbino quando veniva contestato il privilegio del foro per gli studenti.