sabato 19 marzo 2011

Araldica nel MOT

L’araldica è cosa decisamente pertinente al mondo delle università per diversi motivi.
Il primo è un motivo d’ordine squisitamente temporale e culturale, infatti sia le università che l’araldica nascono nel medioevo europeo come originali conclusioni di processi evolutivi, l’uno dell’istruzione superiore, l’altro dell’emblematica militare legata alla cavalleria.
Il secondo motivo è che l’araldica è stata ampiamente usata in ambito universitario: dalle Universitas e dagli Studia (dal Medioevo fino ad oggi); dalle associazioni, dalle corporazioni  e dalle istituzioni accademiche.
Il terzo motivo riguarda l’ambito della persona, e si riconnette al concetto di nobiltà ed alla presenza della nobiltà tra le fila dei professori e degli studenti, specialmente nei secoli successivi a quelli dei primordi della nascita delle Università. Quando a partire dal XV secolo le università cominciano ad assumere alcuni dei valori - spesso semplicemente formali - della nobiltà, l'araldica diviene elemento sempre più valorizzato. Si pensi agli innumerevoli locali di rappresentanza decorati con gli stemmi degli studenti e dei docenti in moltissime università d’Europa: in Italia gli esempi più importanti si trovano a Bologna e a Padova.
Una traccia di questo costume si ritrova anche nella storia dell’Università di Urbino.
Infatti dopo che il 18 ottobre 1651 l’organo di governo dello Studio urbinate deliberò la possibilità per gli studenti forestieri di eleggere un loro capo, gli studenti chiesero ed ottennero in via di principio “che debba detto capo da eleggersi alzar l'arma di sua casa e collocarla nelle scuole”.         .

Sulla base di queste premesse storiche, e considerato che la Goliardia ritrova le sue origini (quantomeno ideali) anche nelle antiche corporazioni degli studenti (Universitas scholarium e Nationes), e considerato che caratteristica della Goliardia è quella di riprendere in chiave ironica l’esibizione tronfia del potere, ecco che il MOT si è dotato di un proprio sistema araldico.

Sul finire degli anni Sessanta, il duca di Urbino Giovanni De Angelis, come membro dell’allora Consiglio Superiore della Goliardia Italiana, venne incaricato dell’Araldica, col compito specifico di raccogliere gli statuti e gli stemmi degli ordini goliardici italiani.
  
L’araldica nel MOT  
     
L’uso di stemmi da parte dei Goliardi del MOT ricostituito nel 1990 fu spontaneo e pressoché immediato, in particolare da parte di Antonio Conti e di Nicola Sette, che si dotarono d’uno stemma: il primo di fantasia, il secondo traendolo da quello di un regno scandinavo per una vantata discendenza da Erik il Rosso

Il Duca Bubo Tenebrosus - V° dei Materassi decretò alcune norme in materia araldica che, lasciando libera la scelta sull’arma, ha regolamentato con uno stile vagamente napoleonico alcuni elementi della composizione dello stemma. Questi elementi permettono di individuare titoli e posizione dell’ambito dell'Ordine.
Ecco alcuni esempi:


Stemma realizzato per il Rettore Carlo Bo
Il Rettore Bo fu creato vassallo del MOT e poi insignito del titolo unico e straordinario di Duca di Urbino h.c.
Particolarità dell’arma sono lo scudetto d’ermellino al tocco rettorale di rosso; l’elmo in maestà con piume dei colori delle Facoltà dell’Ateneo urbinate. Da notare l’insegna di Duca di Urbino h.c. che circonda lo scudo.


Stemma di Bubo Laboriosus
Quest’arma racchiude nella sua composizione le partizioni e le decorazioni esterne che caratterizzano i Cavalieri dell'Aquila Feltresca e i Cavalieri della Giarrettiera: scudetto centrale d’oro all’aquila di nero, piuma bianca sulla feluca, giarrettiera all’uso inglese e tenenti scelti liberamente dal titolare dell’arma.


Stemma di Tortellus Montefeltranus
Questo celebre goliarda del MOT è Cavaliere dell'Aquila Feltresca (CAF) e pertanto si notano lo scudetto centrale, la piuma bianca e i tenenti. Nel 1° quarto si nota un capo d’azzurro alla corona da principe d’oro, indica che il titolare dell’arma è principe senatore della Goliardia italiana.



Stemma di Cactus Eclecticus
Quest’arma è composta dai medesimi elementi di quella precedente. La feluca è quella di Farmacia


Stemma di Conte Vlad
Questo possente Goliarda del MOT è Cavaliere della Giarrettiera, si notino il secondo e terzo quarto caratteristico del Goliardi del MOT, la giarrettiera all’uso inglese che circonda lo scudo e la piuma bianca che caratterizzano i Cavalieri della Giarrettiera.


Stemma di Joannes Franciscus IV Bononiensis
Questo celeberrimo Goliarda bolognese è insignito del MOT come Primo Vassallo, Signore e Signorotto di due località e persino dell’unica e irripetibile concessione del titolo di Cavaliere dell’Aquila Feltresca h.c.. Si noti il 2° quarto da insignito estero, lo scudetto centrale e la piuma di struzzo bianca e i tenenti da CAF. Eccezionalmente nella rappresentazione preparata dal MOT compare un’insegna cavalleresca estera.


Stemma di Kesserlingus Teutonicus I° Bononiensis
Questo celebre Goliarda bolognese è un insignito del MOT, senza le prerogative straordinarie viste sopra. Si noti il 2° quarto con la partizione degli insigniti esteri. Come nel caso di Joannes Franciscus IV Bononiensis si notano nei quarti terzo e quarto le armi di altri ordini di appartenenza del titolare dell'arma.


Stemma di Leocapra
Questa Goliarda del MOT h.c., per la sua posizione nell’Ordine ha la partizione tipica degli insigniti (2° e 3°) quarto.


Stemma di Franko Borovoh
Per questo Goliarda Bolognese, vale quanto espresso per Kesserlingus Teutonicus I° Bononiensis.