venerdì 4 marzo 2011

Il diritto goliardico

A Urbino vige il diritto goliardico del Maximus Ordo Torricinorum, Ordine sovrano.
In Goliardia vige la consuetudo loci, ma al contempo valgono i principi fondamentali della Goliardia, come la c.d. Legge del Frolli o del Van Giolli.
Sono ampiamente noti i nomi di importanti codificazioni goliardiche come il Codice il Morandini o il Codex Iuris Goliardici e gli Statuta Goliardica, testi normativi ampiamente citati, per lo più a sproposito. Le norme, quelle veramente in essi contenute non hanno, comunque, alcuna rilevanza per la Goliardia urbinate, se non per quelle parti che sono ormai patrimonio comune della Goliardia italiana. Mai come diretta emanazione di quelle raccolte di norme.
Quei  principi generali, come tutti quelli vigenti in Goliardia, valgono a Urbino finché non contrastino con l’ordinamento sovrano del MOT.
Le fonti del diritto goliardico urbinate sono costituite da:
1) lo statuto dell’Ordine, dal 1990 redatto in atto pubblico, ultima modifica del 2001;
2) i decreti del Duca, raccolti nell’apposito registro tenuto dal duca pro tempore, ora dal SCC;
3) i provvedimenti del SCC in materia di interpretazione autentica dello Statuto e dell'Ordinamento in generale.
4) la consuetudine.



Lo Statuto del MOT
 
Il Maximus Ordo Torricinorum è stato ricostituito il 13 marzo 1990 con atto in scrittura privata. A questa era allegato uno Statuto (anch’esso in scrittura privata) approvato in quella data ed inserito nel registro dei decreti ducali il 19 marzo 1990.
Va detto che nulla sappiamo di un eventuale Statuto dell’Ordine vigente prima della ricostituzione, tranne quanto riferitoci da Giorgio Vescarelli , Duca del MOT prima di Giovanni De Angelis, secondo il quale non esisteva uno statuto dell’Ordine che allora era di fatto un tutt’uno con l’AGU.
In ogni caso nel lungo ducato di Materasso II è verosimile che lo statuto fosse la persona stessa del Duca, una sorta di re Sole. Il MOT si caratterizzò per un fortissimo personalismo, lontano anni luce da quella coscienza di sé, come istituzione universitaria, che potevano avere ordini di altre realtà come Bologna, Padova, Torino.
  
Va ricordato che con la rifondazione dell’Ordine nel 1990, venne deciso di riaprire anche l’Associazione Goliardica Urbinate e che questa avrebbe dovuto costituire il braccio legale della Goliardia urbinate, lasciando il MOT al più libero gioco goliardico.
In seguito alle vicende che portarono rapidamente al ducato Materasso IV, AGU e MOT si separarono e quest’ultimo assunse una veste più formale, giungendo alla stesura dello statuto riformato in atto pubblico, il 13 marzo 1991 (Rep. 22413, racc. 4861 notaio Venturini in Urbino). Tale atto è erroneamente intitolato Atto costitutivo. Erroneamente, giacché l’Ordine (un’associazione per il diritto civile) era già legalmente costituito e operante da un anno. Il 23 ottobre dello stesso 1991 lo Statuto venne ulteriormente modificato (Rep. 23541, racc. 5057 notaio Venturini in Urbino).
In conseguenza dei fatti che portarono al ducato il V dei Materassi, e nelle more della elaborata procedura attuata in quell’occasione, venne istituita una Costituente per la riforma dello Statuto del 23 ottobre 1991.
La Costituente, organo extra statutario, fu eletta, dopo due serate di celebri discussioni ai tavolini del Caffè Rinascimento in piazza della Repubblica. E’ bene ricordare che, sebbene fosse ormai certa l’abdicazione di Materasso IV, assolutamente incerto era, a quel momento, il nome del successore.

I membri della Costituente furono tutti eletti con esclusione del Duca che aveva appena abdicato che partecipava di diritto. All’elezione partecipò un numero impressionante di goliardi del MOT, almeno cinquanta equamente ripartiti tra le due fazioni. Risultarono eletti: Antonio Conti, Alberto Cino, Gabriella Titoto, Giuseppe Zonno, Paolo Nanni, Massimo Monterosso, Fulvio Melissano e Luca Simoncelli. La Costituente, così composta rispecchiava sostanzialmente ogni schieramento delineatosi in quel frangente. Gabriella Titoto non partecipò ad alcuna riunione
I lavori si conclusero con risultati per certi versi discutibili, probabilmente viziati dalla situazione esasperata di quel momento. Le modifiche decise rimasero solo come criterio d’interpretazione dello Statuto, attuate mediante decreti ducali interpretativi e un po’ di buon senso.
In seguito vennero avviati altri momenti di elaborazione per la revisione statutaria: nella primavera del 1998, con l’impegno del Duca Materasso VII (Donatello Schirinzi), di Antonio Conti e il contributo di Alberto Cino; nella primavera del 2000 col Duca Materasso VIII (Tommaso Ciccone), Antonio Conti, Donatello Schirinzi e in alcune fasi di Sergio Sertori e Cristina Di Donfrancesco; quindi nel 2001, col Duca Materasso VIII, Antonio Conti (che si è sempre occupato dell'istruzione e del coordinamento dei lavori) e Donatello Schirinzi.
All’esito venne approvato lo Statuto del 2001 che diede chiara e definitiva definizione a numerosi problemi creati dai precedenti interventi e che, soprattutto, previde clausole di sicurezza per la Tradizione e la conservazione del MOT, a fronte dell’oggettiva difficoltà che porterà all’acclamazione del Duca Materasso IX e alla sua rapida destituzione.



I decreti e le bolle  
     
Come abbiamo visto gli atti d'integrazione e d’interpretazione formale dello Statuto, sono emessi in forma di decreto ducale. Al pari vengono usati i decreti anche per le nomine e per statuire momenti fondamentali della vita dell'Ordine, per esempio l’indizione di una Festa della Matricola.

A proposito dei decreti di nomina, questi possono essere riprodotti in bolla, ovverosia un documento in carta pergamenata che in modo artistico (per esempio utilizzando scrittura gotica) riproduce il decreto o ne riporta in forma aulica il dispositivo. La bolla può essere semplicemente timbrata e/o può portare il sigillo in ceralacca.

Esempi di bolle (o papiri) si possono vedere in vari locali di Urbino: al bar di Porta Santa Lucia vi sono due bolle del Duca Materasso IV, dello stesso Duca ve n'è una nell'ufficio del Comandante della Polizia Municipale e una era al Bar Belpassi; del Duca Bubo Tenebrosus ve n'è una al bar del circolo cittadino detto "La Congiura". Come papiri o bolle rilasciate a persone celebri si possono ricordare quella al Premio Nobel Rita Levi Montalcini laureata honoris causa a Urbino nel 1990, quella al Principe Carlo d'Inghilterra in visita a Urbino (1990) oppure quella emessa per i cinquant'anni di ininterrotto rettorato del prof. Carlo Bo (1997).

Rammentiamo che, per quel che riguarda nomine o simili, nel contrasto tra la bolla e il decreto ducale registrato sull'apposito Registro, ciò che fa fede è il decreto ducale registrato nel Registro dei decreti ducali, salva ulteriore prova certa del contrario.



I provvedimenti del  Sacro Collegio dei Conservatori
     
Come afferma lo Statuto del 2001 (art. 17,2°c), il Sacro Collegio dei Conservatori è l’organo destinato ad esprimere l’interpretazione autentica dello Statuto stesso, oltre a formulare una serie di pareri vincolanti (modifica insegne, apertura ordini vassalli) e non vincolanti (modifiche statutarie) sulla Tradizione Goliardica Urbinate.
Così i provvedimenti in questo campo del SCC, possono dirsi fonti del diritto goliardico del MOT. Non va dimenticato quanto accennato in ordine al ruolo di massimo interprete dell'Ordinamento del MOT che spetta al SCC, interpretazione autentica che diventa fonte di diritto goliardico per il MOT.